Olivo, coltura in difficoltà

In Italia è assai diffuso l’olivo, coltura in difficoltà : è necessario modificare le tecniche di coltivazione per rendere questa coltura più redditizia.

Siamo infatti il paese al mondo con la più grande superficie olivicola, dopo la Spagna: 1.200.000 ettari, su un totale nell’intero pianeta di circa 11.500.000 ettari.

L’olivo rappresenta per l’Italia la principale coltura per estensione, superiore anche al grano duro, che supera anche come redditività.

Tuttavia l’olivicoltura nazionale sta attraversando una fase altamente critica, con sempre di più frequenti fenomeni di abbandono degli oliveti; e si riducono il numero di nuovi ettari impiantati ogni anno.

Non ultimo, purtroppo, il fenomeno Xilella, che ha causato ingenti perdite di oliveti produttivi.

Necessità per l’olivicoltura di oggi

In questo quadro generale risulta evidente come si renda necessario un cambio di passo dell’olivicoltura italiana, che miri in primo luogo a salvaguardare gli oliveti tradizionali, poco produttivi ma considerati beni culturali e paesaggistici.

Ciò potrebbe essere fatto mediante una adeguata  integrazione del reddito dell’agricoltore, elargita attraverso PAC, PSR, PIF ecc..

Non meno importante, urge un rinnovo degli impianti, incentivando la messa a dimora di nuovi oliveti che possano essere gestiti con sistemi agronomici moderni e innovativi.

In quest’ottica la nuova olivicoltura dovrebbe tener conto delle diverse forme di allevamento realizzabili, promuovendo sistemi che meglio si adattano alle svariate condizioni pedologiche e agli obiettivi produttivi che si intendono raggiungere.

Una delle motivazioni che ha spinto negli ultimi anni alla diffusione degli oliveti super-intensivi è sicuramente l’elevata produttività per ettaro di questi sistemi, oltre che una riduzione dei costi di raccolta, rispetto ai sistemi intensivi.

Quello che si dimentica spesso di considerare è tuttavia che il confronto tra i due moderni  sistemi di allevamento, intensivo o super-intensivo, dovrebbe essere fatto nelle stesse identiche condizioni pedologiche, climatiche, agronomiche, gestionali, strumentali e imprenditoriali.

Entrambe queste forme di allevamento, affinché possano risultare produttive e redditizie, necessitano di una gestione agronomica professionale e di strumenti idonei ad esaltarne la produttività e la redditività.

Come migliorare la coltivazione dell’olivo, coltura in difficoltà

Sia l’intensivo, che a maggior ragione il super-intensivo, dovrebbero essere realizzati possibilmente in terreni con pendenze lievi e mediamente fertili, e dovrebbero prevedere un  impianto di irrigazione a goccia e la fertirrigazione.

Questi mezzi permettono di effettuare trattamenti efficaci e tempestivi, in base al monitoraggio delle variabili in campo (dati meteo, e grado di infestazione dei parassiti), e una nutrizione mirata ed efficace.

L’olivicoltura italiana di oggi, nelle sue diverse sfaccettature, non può prescindere da una gestione agronomica che si avvicina sempre di più a quella di un frutteto e che preveda una sufficiente professionalità dell’imprenditore.

Uno degli strumenti agronomici indispensabili, anzi a nostro avviso fondamentale, per la gestione di un’olivicoltura imprenditoriale che punti  alla qualità e ad una  quantità costante è sicuramente l’impianto di irrigazione a goccia.

Irrigare razionalmente l’olivo

L’olivo pur essendo una pianta che, per sue caratteristiche, sa resistere molto bene a periodi o climi molto siccitosi, allo stesso tempo è una coltura che beneficia enormemente dell’apporto idrico.

Attraverso un corretto apporto idrico e una corretta nutrizione è possibile ridurre fortemente il fenomeno di alternanza produttiva, incrementare notevolmente le rese e migliorare la qualità.

Nella gestione irrigua bisogna saper dosare esattamente i volumi di acqua apportati in funzione dell’obiettivo produttivo che si intende raggiungere.

I volumi di acqua necessari possono variare molto in funzione dell’obiettivo produttivo, a seconda che si voglia incrementare le rese o la qualità dell’olio.

oliveto al terzo anno con subirrigazione
oliveto con sesto 6 x 5 subirrigato al terzo anno

Volumi elevati di irrigazione possono portare ad un aumento delle rese per ettaro a scapito delle caratteristiche organolettiche dell’olio, riducendone il contenuto in polifenoli.

Di contro, una irrigazione che tenga conto della gestione dello stress idrico con volumi ridotti può consentire una buona e costante produttività senza alterare la qualità organolettica dell’olio.

Anzi, può migliorarla notevolmente, nel caso si presentino annate particolarmente siccitose.

I volumi di acqua necessari variano anche in funzione delle caratteristiche pedoclimatiche in cui operiamo: le esigenze degli oliveti di pianura vicino alla costa sono maggiori rispetto a quelle di oliveti situati in aree collinari interne.

I volumi variano anche molto in funzione  della densità di impianto: pertanto si deve considerare che gli oliveti super-intensivi necessitano di almeno il doppio dei volumi di acqua rispetto ad un oliveto intensivo.

Quando irrigare l’olivo

Oltre ai volumi di acqua apportati, anche le fasi fenologiche nelle quali si effettuano le irrigazioni sono fondamentali, soprattutto se l’obiettivo produttivo è quello di ottenere un olio di qualità.

In linea generale le fasi nelle quali è importante intervenire sono il periodo che va dall’inizio della fioritura fino all’allegagione, qualora non si verifichino apporti meteorici e,  successivamente, la fase di indurimento del nocciolo e accrescimento della drupa.

L’irrigazione e i volumi dovranno essere modulati, riducendoli fino ad eliminarli quanto più ci si avvicina alla fase di inolizione dell’oliva: fase delicata in cui un apporto eccessivo di acqua potrebbe influire sulla produzione di metaboliti, in particolare dei polifenoli, che ne caratterizzeranno le proprietà organolettiche.

Quale tipo di impianto a goccia

Per gli uliveti intensivi la soluzione migliore è rappresentata dalla “subirrigazione” a goccia, sistema molto diffuso che presenta il vantaggio di apportare direttamente vicino alle radici sia i nutrienti distribuiti in fertirrigazione che l’acqua.

Ciò consente una elevatissima efficienza di queste due risorse, e di conseguenza un notevole risparmio, con effetti positivi sia sulle tasche dell’agricoltore che sull’ambiente; inoltre questo sistema consente di non avere impedimenti nelle operazioni meccaniche sul terreno e sull’oliveto.

Negli uliveti super-intensivi invece la soluzione più razionale è costituita dall’ala gocciolante stesa su un filo di cortina a 40-50 cm da terra.

irrigazione a goccia esterna su olivo intensivo

Negli oliveti è molto importante che vengano utilizzate ali gocciolanti autocompensanti di buona qualità e che la progettazione dell’impianto sia fatta a regola d’arte; queste due condizioni sono essenziali per garantire la massima uniformità di distribuzione dell’acqua, ma soprattutto dei fertilizzanti attraverso la fertirrigazione.

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