La scelta del piano di concimazione

Nel mio Blog precedente ho elencato quali siano le informazioni preliminari da raccogliere per redarre un corretto piano di concimazione.

A questo punto, ottenute le informazioni necessarie, valutiamo quale coltura gestire e stimiamo quali siano le rese produttive attese.

E’ differente concimare una coltura a ciclo breve, raccolta tutta insieme, come ad esempio una insalata, o una coltura di lunga durata a raccolta continuata, come una fragola o un pomodoro in serra; o addirittura una coltura arborea, con ciclo poliennale, che passa da una fase di impianto e accrescimento a una di entrata in produzione.

Quanto concime

Le colture assorbono gli elementi nutritivi a disposizione dell’apparto radicale per produrre materia organica ( foglie, radici, fusti, frutti, ecc.);.

Dunque un approccio classico al calcolo delle unità fertilizzanti necessarie annualmente per la produzione agricola deriva dal computo di quanto azoto, fosforo, potassio, zolfo, calcio, magnesio, microelementi sono contenuti nella materia organica prodotta dalla pianta durante la stagione; sono le cosiddette “asportazioni “ della coltura.

Andrà calcolato, e detratto dalla quota da apportare, il quantitativo restituito al terreno in forma di legno di potatura, foglie, stocchi, ecc. ; e anche della quota di azoto che verrà mineralizzata durante la stagione grazie alla sostanza organica, se ne distribuiamo o se è presente in buona quantità.

Questi elementi nutritivi andrebbero reintegrati se non si vuole correre il rischio di impoverire il suolo utilizzando le scorte disponibili. Il livello di questi reintegri è anche in funzione delle rese produttive: è evidente che una coltivazione più produttiva di un’altra necessita di più elementi nutritivi, poiché ne asporta di più con il raccolto.

Tutto facile ?

Fino a qui parrebbe tutto facile; ma una prima complicazione deriva dalla disponibilità del materiale apportato e o restituito.

Questo infatti per essere efficace dovrebbe essere presente in sincronia con l’assorbimento della coltura, e disponibile in quel momento in forma assimilabile, e questo complica un poco le cose.

E occorre anche valutare come si comporta nel terreno e nei confronti dell’apparato radicale il concime che andremo a somministrare. Quanto cioè sarà disponibile ed efficiente.

Piano di concimazione preimpianto

Dal punto di vista della gestione delle concimazioni, una prima grande distinzione è se avremo modo o no di distribuire le unità necessarie in maniera frazionata durante il ciclo di coltivazione.

Le colture assorbono elementi nutritivi tutti i giorni dell’anno dalla ripresa al riposo e dunque se in qualche maniera riuscissimo a assecondare puntualmente queste richieste è evidente che avremmo più efficienza, meno sprechi, migliori risultati.

Pertanto il primo approccio per chi voglia effettuare una concimazione il più possibile corretta e efficace, e non disponga di possibilità di intervenire con una o più concimazioni in copertura, sarà quello, analisi del terreno alla mano, di valutare in base alle rese attese quanto e quale concime distribuire prima della semina o del trapianto, o del risveglio vegetativo.

A questo punto occorre considerare che l’efficienza delle unità somministrate sarà piuttosto bassa, perché molti fattori influiranno su disponibilità e assorbimento: parte dell’azoto si trasformerà in ammoniaca e sarà perso per volatilizzazione, parte sarà dilavata in forma di nitrati dalle piogge.

Il fosforo in parte verrà retrogradato in composti insolubili, e il potassio trattenuto dai colloidi del terreno sarà meno disponibile, soprattutto quando maggiore sarà la esigenza della coltura, normalmente verso la fine del ciclo, cioè nel periodo più lontano dalla distribuzione.

E questo vale anche per calcio, magnesio, zolfo e microelementi.

Questi ultimi poi essendo assorbiti in quantità di grammi per ettaro, che però sono assolutamente necessarie per ottenere rese produttive soddisfacenti, sono maggiormente influenzati dalla forma in cui sono disponibili nei periodi strategici, che non della loro quantità assoluta nel suolo a inizio stagione.

In definitiva chi non potrà frazionare la distribuzione del concime ma sceglierà di distribuirlo prima della coltivazione, dovrà scegliere oltre a un rapporto nutrizionale corretto un quantitativo maggiore rispetto alle asportazioni previste, per tenere conto delle perdite.

Una buona accortezza per migliorare le rese sarà quella di avvalersi di alcuni interventi di nutrizione fogliare, soprattutto per potassio , magnesio, calcio e microelementi, utilizzando prodotti abbinabili ai trattamenti antiparassitari; ed è raccomandabile l’utilizzo di alcuni biostimolanti, sempre per via fogliare.

Piano di concimazione frazionato

Chi decide invece di frazionare la distribuzione degli elementi nutritivi durante la stagione lo potrà fare in modi differenti a seconda della tipologia della coltivazione.

Se si tratta di una coltura fertirrigata avrà ampie possibilità di gestione e lo vedremo in seguito.

Se invece la coltura sarà in asciutta, o irrigata per aspersione, l’agricoltore potrà migliorare parecchio l’efficienza del suo piano di concimazione frazionando le unità da apportare in più interventi; nel corso di ogni intervento potrà scegliere un rapporto nutrizionale più adatto alla fase colturale; ad esempio distribuendo un granulare più ricco di fosforo nella fase iniziale, e uno più ricco di potassio nella fase finale.

Però i concimi distribuiti, soprattutto quelli utilizzati in copertura, devono rendersi disponibili rapidamente, ed è per questa ragione che concimi NPK con potassio derivante da nitrato potassico e con fosforo ad elevata solubilità (Qrop Mix) permettono di ridurre gli apporti, e avere anche a dosi più basse una efficienza ben superiore, rispetto a concimi più tradizionali.

Anche in questo caso consigliamo di integrare la concimazione granulare distribuendo per via fogliare alcuni microelementi e biostimolanti.

Probabilmente questo agricoltore più avanzato ascolterà anche il suggerimento, nel caso sia frutticoltore o viticoltore, di effettuare una concimazione post raccolta, che aiuterà la pianta a partire in maniera ottimale durante la campagna successiva.

Piano di concimazione con fertirrigazione 

La fertirrigazione è la tecnica più moderna che ci consente di somministrare le unità fertilizzanti necessarie con grande precisione ed efficienza, e secondo il rapporto più corretto per la coltura nelle diverse fasi.

Ci permette anche di decidere durante la stagione se concimare o meno in base al clima, oppure alle avversità, sempre ahinoi incombenti in agricoltura, evitando di sprecare denaro e prodotti chimici quando non siano necessari.

Ci permette di anticipare le raccolte o di ritardarle, di migliorare parametri di qualità come la pezzatura, il colore, lo shelf-life, e di risolvere efficacemente e prontamente problematiche di squilibri fisiologici o di carenze.

Se ben condotta è anche la tecnica più economica, perché a parità di unità fertilizzanti apportate è quella che rende massime le rese ottenibili.

Premessa fondamentale per la fertirrigazione è la presenza di un adeguato impianto di microirrigazione, capace di distribuire con precisione e uniformità l’acqua irrigua.

Sarà l’acqua stessa a veicolare alle radici delle nostre colture anche gli elementi nutritivi, nelle concentrazioni e nei rapporti ottimali, settimana per settimana, giorno per giorno, o addirittura ora per ora come avviene nelle colture idroponiche.

Senza sprechi, ridurremo l’acqua necessaria e i concimi necessari, e produrremo più quantità e più qualità: perché avremo sempre il controllo delle disponibilità per la coltura.

La fertirrigazione può anche combinarsi con grande efficacia con la concimazione granulare.

Lo consigliamo ad esempio nel caso di terreni argillosi, oppure quando l’acqua non è sempre disponibile durante la stagione irrigua, come avviene in molti areali produttivi italiani a inizio primavera.

O, al contrario, quando si prevedono lunghi periodi piovosi: tuttavia noi consigliamo di distribuire i concimi previsti dal piano di fertirrigazione anche (anzi soprattutto) se piove molto, perché le disponibilità del suolo vengono dilavate e la quantità di acqua necessaria per distribuire i concimi ( bastano pochi mm.) non influisce in maniera significativa sulla bagnatura del terreno.

Schemi per guidare la concimazione

Abbiamo messo a disposizione dei coltivatori sul nostro Sito accurati piani di concimazione per oltre 50 colture, e altri se ne aggiungeranno nel tempo. Questi, che ovviamente sono generici, vista la grande variabilità di colture, terreni, substrati, tecniche usate, climi, rappresentano tuttavia un utile aiuto a progettare nel modo migliore il piano di concimazione.

Le schede scaricabili per ogni coltura riportano le asportazioni, i dosaggi e i rapporti ottimali tra gli elementi nutritivi nelle varie fasi. Riportano anche utili interventi complementari alla nutrizione al suolo, da eseguirsi per via fogliare con prodotti specifici ( microelementi, attivatori, biostimolanti ) finalizzati a migliorare soprattutto gli aspetti qualitativi della coltivazione

Cambiare mentalità

Il maggiore problema che spesso ci troviamo ad affrontare, e a volte ci sconfigge, è l’abitudine.

Abbiamo sempre fatto così, è un frase che non bisognerebbe più al giorno d’oggi dover sentire a chiusura di una discussione di argomento tecnico.

L’agricoltura di oggi è diversa da quella di ieri, persino l’ambiente è cambiato, e sta cambiando, senza attendere il passare di ere geologiche.

Zone una volta vocate a certe produzioni, rischiano di non esserlo più oggi, e viceversa, per via di questi cambiamenti.

Terreni che erano fertilissimi e superproduttivi un tempo, oggi non riescono più a sostenere le produzioni.

Agricoltori che solo vent’anni fa erano ritenuti eccellenti, se non hanno avuto la capacità e l’umiltà di aggiornarsi, si vedono oggi superati da nuove realtà con pochi anni di esperienza ma tanta curiosità che porta a competenza tecnica, applicata in campo.

E il mercato trova da loro prodotti più adatti alle esigenze dei consumatori di oggi, che, pure loro, sono diversi da quelli di un tempo.

Quindi un invito rivolto a tutti gli agricoltori che leggono è di valutare sempre come poter migliorare, in questo facendosi aiutare da aziende di qualità e da agronomi capaci.

La vocazione della nostra agricoltura a produrre qualità è fondamentale per il nostro futuro, e dobbiamo preservarla e difenderla; non accettiamo di produrre male, riducendo gli investimenti di anno in anno, per l’idea sbagliata di stare dentro ai costi.

Al contrario, cerchiamo di massimizzare il rapporto benefici/costi, valutando con attenzione quali concimi utilizzare e quando, per ottenere più rese e più qualità; e anche il mercato ci premierà.

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